Liberalizzazioni, nei nuovi studi di settore controlli fiscali automatizzati per chi non applichi le tariffe.
Colleghi benché molti facciano finta di non capire, il problema è molto serio e va affrontato con altrettanta serietà.
Le liberalizzazioni delle tariffe professionali, se da un lato hanno reso più frequente lo svolgimento di prestazioni capestre e di qualità insufficiente a garantire il rispetto della complessa normativa, poiché proporzionate al prezzo che andava diminuendo,
dall'altro hanno effettivamente reso possibile una evasione fiscale non controllabile.
In questo marasma si son formate tre categorie di professionisti :
A) chi ha sfruttato le liberalizzazioni per fatturare molto meno, (i grandi studi)
B) chi invece per stare nel prezzo ha ribassato di conseguenza anche la qualità e l'attendibilità minima delle prestazioni e
chi per ultimo,
C) restando saldo ai principi deontologici e morali nonostante tutto ha mantenuto, garantendo ugualmente serietà e qualità del lavoro.
Con la liberalizzazione delle tariffe bastava emettere una fattura di qualunque importo seppur improbabile per essere formalmente dalla parte della ragione.
In caso di eventuale controllo fiscale infatti, appellandosi alla cancellazione dei minimi tariffari, poiché la tariffa è divenuta non più vincolante e liberamente contrattabile, avremmo risolto sul nascere qualunque contestazione che si riferisse ad importi non congrui.
Poi però il legislatore, dopo nostro sollecito poiché la situazione era degenerata, ha introdotto l'equo compenso minimo, che benché sia ancora da perfezione, e benché per il momento si attui alla sola committenza cd "forte ",
reintroduce di fatto il principio che il compenso debba essere equo, e per equo è stato chiarito che non debba discostarsi dalle tariffe calcolate secodo il cd decreto parametri.
Non dobbiamo stupirci quindi se anche l'agenzia delle entrate, alla luce di questo nuovo indirizzo politico e giurisprudenziale, apporti modifiche agli studi di settore che vadano di conseguenza in quella direzione.
Oggi il consiglio che possiamo dare è quello di non discostarsi molto dal calcolo della tariffa secondo il Decreto ministeriale 17 giugno 2016